giovedì 18 agosto 2016

Si apre il Festival con la consegna del larice d'argento


Si è conclusa l'inaugurazione di questa settima edizione del Festival Tra le Rocce e il Cielo 2016. Hanno parlato il Sindaco di Vallarsa Massimo Plazzer, la Vicepresidente della Comunità di Valle della Vallagarina Enrica Zandonai, la Vicepresidente della SAT di Trento Carla Failo, il Direttore Scientifico di Accademia della Montagna Annibale Salsa, Bruno Lott della Sezione SAT di Rovereto, Marco Angheben del Gruppo SAT della Vallarsa, Mauro Nardelli di APT Rovereto e Vallaragarina e Carlo Spagnolli.

Carlo Spagnolli ha detto che il Festival rappresenta una priorità della Vallarsa. Carla Failo, Bruno Lott e Marco Angheben hanno celebrato la crescita del gruppo SAT di Vallarsa, che si appresta a diventare una sezione autonoma. Il Sindaco di Vallarsa Plazzer, che ha collaborato alle passate edizioni del Festival, ha ricordato l'importanza di questo evento, e che anche una realtà piccola come la Vallarsa possa affrontare temi importanti e sollevare riflessioni di attualità. Fiorenza Aste, direttrice rtistica del festival, ha ricordato che senza l'apporto di tutte le associazioni della Valle, questo festival non sarebbe possibile.

Sono stati presentati gli scultori di "Volti di Montagna", che per quattro giorni lavoreranno alle loro sculture, e che verranno premiati Domenica 21 agosto alle ore 18. Il pubblico del Festival potrà votare l'opera preferita.



Ha chiuso l'inaugurazione il conferimento del premio "Larice d'Argento" alla carriera, opera di Mastro 7, all'antropologo Annibale Salsa e allo scrittore Alberto Folgheraiter.


Premio “Larice d’Argento”

Ad Annibale Salsa
una vita per la montagna, le sue popolazioni, l’ambiente

È' difficile dare una definizione di Annibale Salsa, tanto egli si identifica
con la montagna e con il suo ambiente.
Docente universitario emerito di antropologia filosofica, si impone come uno dei maggiori esperti dell'ambiente montano, un ambiente non solo wilderness,
ma soprattutto risultato del duro lavoro e delle fatiche dell'uomo.
Annibale Salsa è ben lontano da ogni forma di fondamentalismo
degli attuali cosiddetti ambientalisti di città, e profondamente consapevole invece
dei veri problemi di chi la montagna la fa vivere e sopravvivere
con le proprie fatiche.
Le sue origini liguri ne fanno un montanaro con l'orizzonte aperto
di chi è abituato a scrutare il mare, con orizzonti senza confini,
pur con le meravigliose pareti alle spalle.
La sua straordinaria conoscenza si accompagna a una chiarezza e semplicità
di linguaggio tale da rendere ogni suo intervento,
se pur accademicamente elevatissimo,
facile da comprendere e affascinante da seguire.
Il suo mandato come Presidente Generale del Club Alpino Italiano,
ha rappresentato una svolta epocale del sodalizio: vinti finalmente tutti gli aspetti puramente atletici e della cosiddetta lotta con l'alpe, il professor Salsa
ha portato il CAI ad aprirsi alla società italiana, partecipando ai programmi scolastici, trasformando i rifugi da semplici dormitori o mense in luoghi storici,
ponendosi come vero agente di cultura.
Il larice d'argento rappresenta uno dei più tenaci simboli delle nostre Alpi e
Annibale Salsa merita questo riconoscimento più di chiunque altro.


Premio “Larice d’Argento”

Ad Alberto Folgheraiter
Miglior Autore di Montagna

Aprire un suo libro è come entrare, attraverso una porta segreta,
in un mondo da attraversare in punta di piedi e in silenzio, per non disturbare... È' il Trentino che sta scomparendo, o è già purtroppo scomparso.
Spoglio da melenso sentimentalismo o da sterile dietrologia,
ci mostra aspetti di una società in via di sparizione con rispetto e affetto,
magari a volte anche con rimpianto, ma sempre con grande amore,
e con grande consapevolezza della dignità di chi viene raccontato.
Il suo descrivere fatti e persone non è solo poesia,
ma anche rigorosa ricerca storica: ogni suo personaggio o vicenda
sono frutto di studi documentati e non solo semplici elementi
della vulgata popolare.
Il ciclo dei camini spenti è probabilmente il più bell’omaggio che il Trentino,
che sta scomparendo, potesse ricevere: Alberto Folgheraiter
ha veramente dato voce a chi la voce da tempo l'ha persa,
o non l'ha forse nemmeno mai avuta.
Anche se la sua opera letteraria è soprattutto circoscritta alla sua terra natale,
il Trentino, in cui ha operato ottimamente come giornalista
e come capostruttura della RAI, Folgheraiter può essere considerato
uno dei migliori autori dell'ambiente di montagna in generale.





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