mercoledì 28 maggio 2014

4 famiglie scommettono sulla montagna, a Valli del Pasubio il Costapiana co-housing

Abitare la montagna, architettura alpina e nuovi modi di vivere le "terre alte". Sarà questo uno dei temi affrontati al Festival Tra le rocce e il cielo 2014, nella Giornata della vita in montagna. Tornare ad abitare la montagna tra tradizione antica ed esigenze moderne, ecco l'esempio di un'esperienza: il Costapiana Co-Housing, di cui parleremo al Festival.



Costapiana di sopra, frazione di Valli del Pasubio (Vicenza), è una contrada nascosta. Non si vede dalla strada provinciale che porta a Vicenza ma affaccia su un pianoro celato dall’erba altissima di maggio che nasce su quelli che in passato erano campi coltivati. La si raggiunge da una strada strettissima che si dirama dalla Statale del Pasubio nei pressi dello stabilimento delle acque minerali. Dista tredici tornanti dal Passo Pian delle Fugazze, confine con il Trentino, sette minuti in auto dal paese, Valli del Pasubio. Una decina di case appoggiate l’una all’altra, un tempo dimora dei contadini del luogo che abitavano queste case di pietra e legno ma che nel tempo sono emigrati in Svizzera. Oggi un paio di case sono abitate in estate, una famiglia di anziani si è trasferita nel capoluogo ma quattro famiglie hanno deciso di scommetterci. E di tornare ad abitare questo angolino di montagna.
Hanno visto ed acquistato un rudere, hanno deciso di realizzare quel sogno che avevano nel cassetto ovvero di fare qualcosa assieme, e hanno deciso di fare una cosa tra le più intime dell’uomo: vivere nella stessa casa. Così un sogno è diventato un progetto, le famiglie hanno iniziato ad acquistare i ruderi di una casa rurale – la più antica della contrada – con l’obiettivo di abitarci. Hanno progettato un co-housing, cinque residenze separate che hanno alcuni spazi in comune: una sala riunioni, una mensa, una cucina e alcune camere per gli ospiti. E pian piano hanno iniziato a superare gli ostacoli che si sono presentati.
Il primo, grande, è stato proprio l’immobile. La grande casa in pietra era troppo costosa e complicata dal punto di vista strutturale per poter essere adattata a residenza collettiva. Così, grazie al fondamentale supporto dell’amministrazione comunale di Valli del Pasubio, hanno deciso di smontarla e ricostruirla in legno. La cosa non è stata semplice, appena i primi sassi sono stati cavati la gente del posto è entrata in subbuglio. Specialmente per quel piccolo affresco, un capitello votivo, che decorava la parete est di fronte alla fontana. Con pazienza la malta è stata recuperata e l’affresco asportato intero: sarà riposizionato a lavori eseguiti.
La struttura è tutta in legno X-lam, proveniente dalla filiera Veneto Legno che ha origine nelle foreste certificate della regione. Progettata in fabbrica, la casa è stata completamente precostruita e montata in opera. Segue la sagoma della struttura preesistente (con una piccola aggiunta nella parte posteriore) ma ha caratteristiche di isolazione notevoli tanto da meritarsi la certificazione Casa Clima A+. All’esterno, appena finito di posare i pannelli isolanti, sarà rimontata la facciata con le pietre originali, tagliate a fette, per poter restituire l’aspetto di un tempo. L’altra parte sarà smaltata con un intonaco che ha le caratteristiche della malta tradizionale, fatta analizzare prima della demolizione. Se la demolizione ha quindi rappresentato un intervento radicale, dal punto di vista del restauro questo dimostra che l’attenzione all’originalità c’è stata. Anche i coppi sono quelli originali. Ripuliti, tagliati e riposizionati sul tetto per non impattare troppo ed inserirsi nel contesto esistente.
Ci abiteranno quattro famiglie, con bambini. Già ci stanno lavorando a costruire questa loro futura dimora (uno di loro dorme in un camper nel giardino mentre si è reinventato muratore). Ma i progetti qui sono tanti. Vogliono tornare a coltivare i prati, tornare a far vivere il paese. Faranno agricoltura biodinamica, forse arriverà qualche animale. Faranno incontri, metteranno a disposizione le sale e le camere per chi vuole conoscere e condividere la loro esperienza. Intanto, già durante i lavori del cantiere, un'altra persona è venuta a vivere a Costapiana di sopra. Ha affittato la casa a fianco e sta pensando di stabilirsi per sempre. Anche il vecchio proprietario emigrato in Svizzera sta pensando di tornare a Valli. Far vivere un luogo disabitato, all’ombra del Pasubio, vuol dire tornare alle proprie origini, riprendere il contatto col territorio ma anche fare del bene all’ambiente, alla gente che ci vive e ai luoghi attorno. E anche se si tratta di gente di pianura, è già stata accolta a braccia aperte dalla gente di Valli, nell’autentico spirito montanaro.

Massimo Plazzer

mplazzer@gmail.com

giovedì 22 maggio 2014

"Identità in bilico. Narrare il mondo con gli occhi delle etnie respinte", anticipazioni sulla giornata delle lingue madri

Quest’anno la giornata delle lingue madri di “Tra le rocce e il cielo” sarà centrata sul rapporto identità etnica- stato nazione, un rapporto spesso conflittuale e difficile. Il ciclo di conferenze di quest'anno si chiamerà "Identità in bilico. Narrare il mondo con gli occhi delle etnie respinte".

Saranno ospiti i rappresentanti delle etnie cimbra, mochena e ladina per il Trentino, l'Alto Adige e il Veneto, occitana per il Piemonte. Assieme a loro vi saranno tre ospiti appartenenti ad identità etniche extra- europee: interverrà Nodreng, ex- monaco tibetano attualmente impegnato nella salvaguardia e riscoperta della propria lingua madre, il poeta Mehmet Altun ci racconterà la sua esperienza di curdo in Turchia e per concludere Antonia Arslan ci parlerà della situazione del popolo armeno, ed introdurrà la visione del film pluripremiato tratto dal suo libro "La masseria delle allodole".

La giornata si concluderà con lo spettacolo musicale serale "Dodici canti per dodici lingue", in cui un coro occitano canterà canzoni tradizionali delle dodici identità etniche minoritarie d'Italia.


Vi aspettiamo numerosi il 22 agosto, dalle 9 fino a sera!

lunedì 5 maggio 2014

Quando il clima è amico della montagna, un successo il laboratorio al Parco dei Mestieri

Un successo il laboratorio per bambini "Quando il clima è amico della montagna" dove con l'associazione H2O+ si scoprivano le energie rinnovabili. Giovedì 1 maggio la giornata di sole ha portato tantissimi bambini al Parco dei Mestieri, il giardino dietro Piazza Fiera dove il Trento Film Festival dava spazio ai laboratori. Sotto il gazebo di Tra le rocce e il cielo i piccoli amici del Festival potevano imparare cos'è l'energia rinnovabile, sperimentando come vento, sole e acqua possono generare energia elettrica. I divertenti modellini (dal mulino a vento-galletto alla barca ad energia solare) hanno trasformato i ragazzi in piccoli ingegneri facendo incuriosire anche i genitori. Alla fine i più piccoli si costruivano e decoravano una girandola da portare a casa. Un successo visto che in due ore ne sono state costruite più di cento.
Questo è solo un piccolo assaggio dei laboratori che nel corso del festival 2014, ad agosto, saranno presenti in programma. Un ringraziamento a tutti i partecipanti e alle fantastiche Giulia e Marianna di H2O+.