sabato 31 agosto 2013

Dopo il lavoro e le lingue minoritarie tocca alla storia



Ieri (venerdì 30 agosto) tutta la giornata che il Festival all’ombra della Piccole Dolomiti ha dedicato alla Vita in montagna è stato incentrato sulle opportunità che la montagna offre dal punto di vista lavorativo.

Molti e interessati sono stati i partecipanti a UN FUTURO SULLE ALPI Creare occupazione per tornare alla montagna. Al seminario del mattino i relatori hanno cercato di fornire gli strumenti per orientarsi nel quadro normativo e nei contributi a supporto delle attività montane, senza tralasciare le opportunità formative e l’analisi degli strumenti per raccontare e raccontarsi. Nel pomeriggio, divisi in quattro diversi gruppi ci si è concentrati su alcuni mestieri di montagna: gestire una malga, condurre un'azienda agricola, lavorare nell'accoglienza turistica, organizzare attività outdoor e grazie alla voce dei protagonisti si è potuto riflettere e confrontarsi su luci e ombre di un'occupazione e di una scelta di vita. Un resoconto del convegno verrà pubblicato a breve sul sito www.tralerocceeilcielo.it.


Nel pomeriggio Enrico Camanni, Michele dalla Palma, Vittorino Mason e Elio Orlandi, incalzati dalle domande di Rovberto Mantovani, Mario Corradini e Filippo Zolezzi, hanno presentato i loro libri e si sono confrontati sulle diverse idee di vivere la montagna e salvaguardarla.




La serata si è conclusa con il coinvolgente, e a tratti commovente spettacolo dell’Associazione culturale ATTI di Vezzano “Come un fiume. Viaggiatori dell’Impero. Ieri emigranti, oggi cittadini d’Europa” che ha messo in scena storie di migrazioni di fine Ottocento dei trentini verso le aree più remote dell'Impero.

Oggi (sabato 31 agosto) nel convegno "LE PAROLE DEL CUORE.  Lingua e appartenenza nelle letterature delle minoranze", si è riflettuto su cosa significa scrivere in una lingua che sta scomparendo, o che è parlata da poche centinaia di persone, oppure che varia col variare della vallata di appartenenza. Rut Bernardi, Ermenegildo Bidese, Fabio Chiocchetti, Maria Teresa Atorino, Giacomo Lombardo, Vito Massolongo, Daniela Templari e Roland Verra, studiosi di linguistica e di letteratura delle minoranze, organizzatori di premi letterari, autori e poeti di numerose lingue minori si si sono riuniti per dialogare con il pubblico moderati da Annibale Salsa.
Nel pomeriggio, a Obra, accompagnati dalle musiche di Sandro Boni e Franco Giuliani e introdotti da Andrea Nicolussi Golo, Fabio Chiocchetti, Giovanni Troiano e Andrea Oxilia, Bruno Corradi e Olga Cossaro, Rut Bernardi e Hugo-Daniel Stoffella proporranno poesie e racconti nelle sonorità della loro lingua.


A malga Storta, per festeggiare i 30 anni del gruppo Sat di Vallarsa si sta svolgendo ALPINISTA IERI; CLIMBER OGGI, incontro con gli alpinisti Michele Bort, Tiziano Buccella, Dari Cabas, Luca campagna; Paolo Leoni, Luciano Stenghel. Moderati Mario Corradini assieme alle persone che hanno raggiunto a piedi la malga con loro stanno provando a capire come sia cambiato negli ultimi cinquant’anni l’approccio alla montagna e alla scalata.



Tra poco, alle 17.30, al Teatro comunale di S.Anna sarà proiettato il film “MINÖR/MINATORI” che racconta gli ultimi giorni di attività dell'ultima miniera del Trentino-Alto Adige.

La giornata che il festival dedica alle minoranze linguistiche proseguirà,  con "Dentro la montagna, le Dolomiti tra leggenda e geologia", con la scrittrice Paola Favero, il geologo Gianni Frigo e il gruppo Al Tei, che racconterà in musica le antiche saghe dolomitiche (alle 19 al museo della Civiltà contadina).

Si concluderà con il concerto del Lou Dalfin, il gruppo che ha portato la musica occitana in giro per il mondo, al Tendone di Riva di Vallarsa. L'ingresso e libero, la musica inizia alle 21 e si potrà ballare. 


Le quattro giornate del Festival di Vallarsa si chiuderanno domani, domenica 1 settembre, con la giornata dedicata alla storia.

Al mattino (ore 10) al museo della Civiltà contadina Antonio Bortoluzzi, Gregorio Pezzato e Spiro Dalla Porta Xydias presenteranno i loro libri.

Di giochi e del loro rapporto con la montagna si parlerà nella tavola rotonda, "DAL TABLET AL TABIEL” con Nicola Spagnolli, Marta Villa, Rosanna Cavallini, Paolo De Carli e Giuseppe Giacon. 

Mentre gli adulti saranno impegnati a seguire la tavola rotonda, i bambini  potranno cimentarsi in un laboratorio di costruzione di giocattoli in legno “C'ERA UNA VOLTA... UN GIOCATTOLO DI LEGNO con Emanuele Cozzaglio. Alle 15 al tendone di Riva.
Il gran finale si concentrerà sulla Grande Guerra e si svolgerà a Forte Pozzacchio.

A partire dalle 17 si potrà seguire il percorso spettacolare ABBRACCIAMI FORTE! che farà rivivere la memoria del manufatto  grazie a un allestimento realizzato da Filmwork, con la cura di Lorenzo Pevarello e Mariano De Tassis, da un'idea di Gigi Zoppello. Un percorso dentro il forte, a cui un massimo di 300 persone potranno accedere a gruppi, fa rivivere i racconti degli anziani, per poi portare il pubblico a vivere una intensa emozione nel grande vallo che si apre alle spalle del fortilizio.

Prima della visita al forte, oppure all’uscita dopo il percorso, il pubblico potrà assistere al Jazz teatrale: letture e musiche dal fronte, che si svolgerà nel prato antistante l’ingresso della fortificazione. Ricordi, aneddoti, poesie, suoni, suggestioni, uomini e fatti della Grande Guerra narrati e vissuti attraverso le musiche di Enrico Merlin (chitarre, computer, composizione, arrangiamenti e "rumori vari") e le letture di Andrea Brunello (attore, regista e drammaturgo).

Il Forte Pozzacchio si potrà raggiungere a piedi o grazie a un servizio di bus navetta anche da Trambileno, Vallarsa e Rovereto.  Le navette partiranno alle 16.30 da Moscheri, da Anghebeni e da piazzale Leoni  (Follone) di Rovereto, dove c’è ampio parcheggio.


INFORMAZIONI DI SERVIZIO

Ricordiamo a tutti che ricordiamo che:

Chi vuole raggiungere Malga Storta per l’incontro con gli alpinisti ALPINISTA IERI; CLIMBER OGGI, che inizia oggi (sabato 31 agosto)alle 14, potrà farlo anche grazie a un servizio di bus navetta (dalle 13 al Passo Pian delle Fugazze).

E’ stata annullata l’attività per bambini con gli asini prevista per questo pomeriggio (sabato 31 agosto).

Per raggiungere tutte le sedi del Festival Tra le rocce e il cielo da Rovereto occorre salire da piazza del Podestà (quella del Castello) fino al paese di Anghebeni dove occorre voltare a destra al bivio seguendo le indicazioni per S.Anna, Riva e Obra. La strada che sale sulla sinistra Leno (quella che si imbocca da via Santa Maria) è chiusa.


Domani, domenica 1 settembre,  per raggiungere FORTE POZZACCHIO, dove si svolgeranno lo spettacolo “Abbracciami Forte!” e il jazz teatrale dal fronte di Brunelllo-Merlin, sarà attivo un servizio di bus navetta con partenza a partire dalle 16.30 da Vallarsa (Anghebeni), Trambileno (Moscheri), Rovereto (piazzale Leoni, Follone). E’ altamente sconsigliato raggiungere il forte in auto per mancanza di parcheggi. Si rammenta che solo le prime 300 persone che si iscriveranno sul posto potranno, per ragioni di sicurezza, potranno accedere al percorso interno al forte.

venerdì 30 agosto 2013

Annullata attività per bambini con gli asini

Piccola comunicazione si servizio.

L'attività di domani pomeriggio, 31 agosto, delle 15:30, che prevedeva un trekking con asini per i bambini, organizzata e gestita dall'associazione "Le Driadi" è stata annullata. 

Ci scusiamo e vi invitiamo a tutte le altre attività del Festival!

"Alpinista ieri, climber oggi"

Domani pomeriggio la chiacchierata "Alpinista ieri, climber oggi" a Malga Storta (Campogrosso) per il 30° della Sat Vallarsa. Vi ricordiamo che la strada tra il Pian delle Fugazze e Campogrosso è chiusa al transito per i non autorizzati. Chi non parte a piedi o la mattina con l'escursione può usufruire di un servizio di trasporto organizzato dal Gruppo Sat Vallarsa, alle 12.30 e alle 13.30 a partire dalla casetta dell'APT al Pian delle Fugazze.

Io lavoro in montagna. Quattro video raccontano il lavoro in Vallarsa


E' stato presentato oggi a Riva di Vallarsa, in occasione del seminario “Un futuro sulle Alpi: creare occupazione per tornare alla montagna” il progetto “Io Lavoro in Montagna” : 4 video raccontano attraverso 8 storie il lavoro in montagna all'ombra delle Piccole Dolomiti.
Lavorare in malga, coltivare la terra, accogliere il turista e accompagnarlo sul territorio sono i quattro temi affrontati dai video.

Il progetto è nato quest'estate da un'idea di Anna Pasquali, organizzatrice di progetti di sviluppo turistico e territoriale e collaboratrice del Festival Tra le Rocce e il Cielo, e Gianpiero Mendini, di professione videomaker, ed ha ottenuto il patrocinio della Pro Loco di Vallarsa.

Al centro dell' “inquadratura”, è proprio il caso di dirlo, ci sono i volti di 8 protagonisti ed il racconto delle loro occupazioni, che appartengono profondamente al DNA di questo pezzo di mondo alpino e che il Festival Tra le Rocce e il Cielo 2013 si è proposto di illuminare da dentro, dedicando un'intera giornata, il 30 agosto, al tema del lavoro in montagna ed un focus specifico alle quattro professioni raccontate nei video, che verranno indagate attraverso alcune testimonianze durante i workshop organizzati al pomeriggio. L’importanza del tema del lavoro in questo momento di crisi è stata colta anche dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto che ha finanziato il progetto.

Anna e Gianpiero, di Trento, si sono voluti avvicinare così ad una valle da loro poco conosciuta: andando ad incontrare questi “vallarseri” nel loro ambiente di lavoro, prendendosi il tempo per passare con loro qualche ora, per conoscerli con una chiacchierata informale e per riprenderli impegnati nel loro lavoro. Ne è nato un collage di immagini e testimonianze raggruppate a due a due in una forma di dialogo ben ritmato, pochi minuti per ogni video sufficienti però a fare un piccolo ritratto, secondo il metodo dello storytelling.

L'obiettivo del progetto non vuole fornire una risposta ai tanti interrogativi che stanno dietro il tema del lavoro in montagna. Più semplicemente, si è cercato di raccogliere alcuni spunti, quelli che nascono solitamente da una chiacchierata tra amici, finendo per dimenticarsi della telecamera che, discretamente, immortala sorrisi, battute, ricordi e timidezze.

I protagonisti del progetto sono:

Coltivare la terra:
Cristina Campagna - Azienda Agricola Maso Covel
Luigina Speri - Azienda Agricola Massaren



Accogliere l'ospite:
Paolo Bortoloso – Rifugio Lancia
Irene Russo – B&B Arlanch 8



Accompagnare l'ospite:
Lucio Angheben – Ass. Pasubio 100 anni
Giorgio Broz – Custode forestale




Lavorare in malga:
Patrizia Dal Zotto - Malga Streva
Graziella Marisa - Malga Zocchi



A tutti loro va un ringraziamento speciale per la generosità con cui si sono offerti di farci conoscere la loro vita e la loro passione.


giovedì 29 agosto 2013

"Racconta la tua montagna" premiati i videoclip del concorso

Si è appena conclusa la premiazione   la premiazione della seconda edizione del concorso cinematografico “Racconta la tua montagna – Il lavoro dell’uomo” all'interno della IV edizione del Festival “Tra le rocce e il cielo”, si è tenuto presso il Tendone di Riva di Vallarsa.
Il lavoro nell’ambiente montano è il tema di tutti i videoclip in concorso che sono stati visionati e valutati dalla giuria composta da Renato Pezzato, Walter Lorenzi, Sandro Boni e Lucia Marana.
Compito della giuria era decidere quale filmmaker aveva colto più in profondità la connessione tra lavoro e montagna, sviscerandone il rapporto con la storia, con le storie di vita di chi la montagna la popola e la vive, non sottovalutando il forte rapporto che spesso lega la montagna alla letteratura e alla poesia.
Trattandosi di opere video, un peso importante ha avuto la capacità degli autori di farci vedere e vivere la montagna tramite l’obiettivo. L’obiettivo non doveva solo raccontarci la bellezza naturale delle vette ma doveva parlarci degli uomini che vivono e antropomorfizzano la montagna in perfetta armonia con il territorio, diventando essi stessi parte della montagna, rendendola viva e difendendola quotidianamente dall’incuria e dal tempo.


L’arduo compito posto dal bando di concorso ha visto la giuria concorde nell’attribuire il primo premio al docu-film “RECORDANZEN - Le stagioni perdute”  opera di  Graziano Bosin e Fabio Chiocchetti, coppia di artisti residenti in provincia di Trento. La giuria ha motivato la vittoria sottolineando che “il video presenta una struttura narrativa efficace che riesce a mettere in relazione la dimensione temporale del presente e la rievocazione del passato della vita in montagna, combinando sapientemente la metodologia dell’intervista, valorizzando l’espressione dialettale e la ripresa diretta del contesto ambientale montano”.


Il secondo posto va a Mauro Zattera di Riva del Garda con “Le broche” opera che vede coinvolta attivamente la comunità nella realizzazione del video. Il video rievoca  con passione  un antico mestiere ormai scomparso. “Riesce a rendere l’idea del contesto storico e sociale del tempo attraverso le parole dei protagonisti, che sapientemente mettono in scena, utilizzando gli attrezzi originali, le varie fasi della fabbricazione delle “broche””.


Si classifica terzo Franco Vecchiato della provincia di Bolzano con “L’estate di Matias”. Vecchiato sceglie una prospettiva soggettiva, quella di Matias, appunto; un bambino che ripercorre la memoria di un’estate trascorsa tra i monti. L’autore punta principalmente sugli aspetti più classici e romantici della vita di montagna che, ben coniugati con i mezzi tecnici, riescono a portarci una foto della vita di montagna emotiva e poetica.


Il festival “Tra le rocce e il cielo” riconosce il talento di questi artisti premiando le loro opere con un riconoscimento rispettivamente di 500, 300 e100 euro.

In attesa della III edizione della rassegna documentarista, il Festival ringrazia tutti i suoi partecipanti e vi dà appuntamento al 2014.  

Aperto il sipario sul Festival "Tra le Rocce e il Cielo"

Parla della montagna e di chi ci vive, l’edizione 2013 del festival “Tra le rocce e il cielo” che ha preso il via oggi in Vallarsa. Tra i temi che saranno affrontati nei quattro giorni dedicati alla montagna vissuta con consapevolezza ci sono infatti molti richiami all’attualità. Si parla di lavoro, di natura, di arte, di lingua, di storia e di alpinismo. Perché anche la montagna cambia e chi la vive deve sapere cogliere queste variazioni e cercare di farne un’opportunità per il futuro.



Ad aprire il sipario sulla quarta edizione del festival, a Riva di Vallarsa, il presidente della provincia Alberto Pacher ha sottolineato che «la presenza turistica è confortante ma questa non è dovuta solamente alla bellezza incantevole e poetica delle Nostre montagne ma dalla cultura che le comunità che vivono nelle valli veicolano». Il presidente ha ricordato gli accordi di Fondo e le Carte di Regola che già 900 anni fa hanno creato, amalgamato, costituito e protetto le Nostre comunità. L’attività del Festival e dell’Accademia della Montagna, continua il presidente «diffondono uno stato d’animo di appartenenza alla montagna». Vivere la montagna e appartenervi, vuol dire anche riconoscerne i limiti che come sottolineava anche il sindaco di Vallarsa Geremia Gios è «il nuovo limite dello sviluppo sostenibile del territorio». La montagna, con le sue opportunità e le sue fragilità, è «il laboratorio ideale» e iniziative come quella del Festival Tra le rocce e il cielo sono scommesse vincenti per «rivisitare pratiche che 1000 anni fa hanno posto le basi per il Trentino di oggi». 

Nato come rassegna di scrittori della montagna, nel corso degli anni il festival “Tra le rocce e il cielo” si è specializzato nell’affrontare la montagna in tutti i suoi aspetti. Quest’anno le quattro giornate della manifestazione, che è incominciata oggi e termina domenica 1 settembre, sono dedicate all’arte in montagna, alla vita in montagna, alle minoranze linguistiche e alla storia. In programma tantissimi eventi, dai convegni agli spettacoli teatrali passando per mostre, film, passeggiate e laboratori.


Alla presentazione della manifestazione erano presenti assieme al presidente della giunta provinciale Alberto Pacher, l’assessore al turismo Tiziano Mellarini, il sindaco di Vallarsa Geremia Gios, Egidio Bonapace presidente di Accademia della Montagna, il presidente della Sat Claudio Bassetti, Marta Baldessarini asessore della Comunità di Valle della Vallagarina, il presidente della Sat di Rovereto Bruno Spagnolli e quello di Vallarsa Luciano Pezzato. Nei discorsi dei presenti traspariva come il festival sia un momento importante di confronto tra realtà diverse provenienti da fuori e dentro la nostra provincia, sui temi legati alla montagna.

Un evento che ogni anno diventa sempre più ricco, anche grazie alla presenza di ospiti, attività ed eventi di rilievo, sotto il coordinamento artistico di Fiorenza Aste e Mario Martinelli e grazie a uno staff di giovani della zona.

Il festival già da domani entra nel vivo dei temi di attualità. La giornata della Vita in Montagna, in questo momento di crisi affronta il tema del lavoro andando ad indagare quelle che sono le possibilità che territori di montagna offrono in campo lavorativo. Al mattino un convegno “Il futuro sulle Alpi” illustrerà quali sono le possibilità, anche in termini di incentivi economici, per affrontare un’idea imprenditoriale in una realtà di montagna, con uno sguardo verso l’Europa. Al pomeriggio quattro workshop a numero chiuso permetteranno di capire meglio le possibilità occupazionali in campo di accoglienza turistica, accompagnamento, agricoltura e allevamento attraverso il contributo di attori locali e di esperti del settore.  Info e iscrizioni al workshop proloco.vallarsa@gmail.com o 3341330576.


In serata invece, alle 21 di domani, si parlerà di emigrazione con lo spettacolo teatrale “Come un fiume, viaggiatori dell’impero. Ieri emigranti oggi cittadini di Europa” affrontando le migrazioni dalla fine dell’Ottocento ad oggi.

Come raggiungere il Festival

Attenzione: la SP89 "Sinistra Leno" è chiusa per lavori tra Matassone ed Aste. Per raggiungere il Festival da Rovereto è necessario usare la SS46 "del Pasubio": da piazza Podestà in direzione Vicenza fino all'abitato di Anghebeni (15 km), seguire le indicazioni in direzione Obra per raggiungere Riva di Vallarsa. Da Anghebeni sono presenti comunque indicazioni per il Festival. Vi aspettiamo!

mercoledì 28 agosto 2013

Come un fiume. Viaggiatori dell'Impero a "Tra le Rocce eil Cielo"


La storia dei migranti trentini di fine Ottocento, lavoratori costretti a lasciare la patria per cercar fortuna altrove, sarà protagonista a Tra le Rocce e il Cielo - il Festival della montagna vissuta con consapevolezza che si svolge in Vallarsa (TN) dal 29 agosto al 1 settembre - grazie allo spettacolo Come un fiume. Viaggiatori dell’Impero. Ieri emigranti, oggi cittadini d’Europa”, che andrà in scena venerdì 30 agosto.
Lo spettacolo si inquadra all’interno della giornata che il festival dedica al lavoro in montagna, tema cardine dell’edizione 2013 di “Tra le rocce e il cielo”. Il seminario-workshop “Un futuro sulle Alpi. Creare occupazione per tornare alla montagna” prevede infatti al mattino un seminario che fornirà un “kit” pratico per orientarsi nel quadro normativo e nei contributi a supporto delle attività montane, indagando, con uno sguardo rivolto all'Europa, le opportunità formative e quelle di comunicazione. Al pomeriggio invece verranno proposti quattro workshop, che daranno voce ai protagonisti di vari mestieri di montagna come: gestire una malga, condurre un'azienda agricola, lavorare nell'accoglienza turistica, organizzare attività out door. Chi si iscrive ai workshop potrà dunque “mettere le mani in pasta”, esaminando con grande concretezza opportunità e ombre di ciascuna professione.
La giornata si concluderà, a partire dalle 21 al teatro comunale di S.Anna, con lo spettacolo teatrale prodotto dall’Associazione culturale ATTI di Vezzano  e dedicato alla storia dei trentini emigrati nei confini dell’Impero austro-ungarico: “Come un fiume. Viaggiatori dell’Impero. Ieri emigranti, oggi cittadini d’Europa”



Nella seconda metà dell’Ottocento le migrazioni, che per il Trentino come per larga parte dell’arco alpino erano state fino ad allora stagionali, cambiarono natura facendosi, per intere vallate e intere classi sociali, permanenti: un fiume di umanità, che cercava il suo mare.
A partire dagli anni Ottanta del secolo - oltre a una moltitudine che fu indirizzata sulle rotte transoceaniche - alcune migliaia di persone lasciarono la loro terra per destinazioni nominalmente “interne” all’Impero, ma in realtà lontane per distanza geografica, lingua, cultura materiale, religione. Queste persone migrarono verso altri territori della duplice monarchia danubiana, principalmente Austria occidentale, Bosnia ed Erzegovina, Romania, Ungheria.
Per lungo tempo questi eventi sono rimasti in parte sconosciuti e intrappolati nelle pieghe della storia europea, riemergendo solo dopo il dissolversi della cortina di ferro.
A loro e ai loro discendenti, il cui destino si identificò ben presto col destino delle piccole patrie che li avevano accolti, questo lavoro è dedicato. Non di sole traversìe  sono fatte le loro vicende, ma anche e soprattutto di energie vitali travasate altrove, dell’orgoglio di un cognome, una canzone, una preghiera, un’espressione di famiglia in una lingua soave.
La regista Flora Sarrubbo ha scelto di iniziare il racconto scenico attraverso uno scorrere d’acqua perenne che racchiude le voci delle montagne, dei paesi, della stessa valle, e i suoni dei boschi da lei nutriti. Lento, inesorabile, il fiume scorre, così come la Storia, spesso travolgendo realtà che sembravano immutabili e le vite aggrappate a quei pendii.
Il lavoro Come un fiume. Viaggiatori dell’Impero per l’Ufficio Emigrazione della Provincia Autonoma di Trento, che ha sostenuto il progetto, “vuole andare oltre al ricostruire la memoria, pur importante, di quelle vicende, vuole incontrare, e far incontrare agli spettatori, le storie di quei discendenti che, ormai cittadini del mondo, oggi vengono in Trentino per conoscerci, oltre che per lavorare, studiare, incontrare i familiari, vedere per la prima volta la neve. E per noi, anche grazie a loro, il mondo si fa più vicino, la nostra realtà si fa più vitale.”
La rappresentazione dell’ Associazione culturale Atti di Vezzano è scandita dalle musiche e dai canti del gruppo TTT Express. Musiche dal Trentino, Tirolo, Transilvania del etnomusicologo Renato Morelli che propone un itinerario ragionato di musica popolare trentina attraverso le sue relazioni con il contesto alpino e più in generale est-europeo.
Lo spettacolo, a ingresso libero, inizia alle 21.

Stefania Costa
costa_stefania@yahoo.it

Abbracciami Forte! La Grande Guerra raccontata a forte Pozzacchio


Forte Pozzacchio, imponente struttura bellica austro-ungarica che domina l'ingresso della Vallarsa, è un vero tesoro ritrovato. E domenica 1 settembre lo scrigno del forte racchiuderà un altro tesoro ritrovato: la memoria degli anziani del paese che raccontano il loro passato, e ci restituiscono narrazioni dei loro nonni, dei loro padri e di loro stessi da bambini.
"Abbracciami, forte" è un progetto per riportare la memoria di Forte Pozzacchio in vita. Il grande manufatto militare è stato per lunghi anni abbandonato. Nelle ultime stagioni è stato oggetto di un grande progetto di restauro che non si è ancora concluso del tutto: la riapertura al pubblico è prevista per il prossimo anno. Grazie all'associazione culturale "Il Forte" di Pozzacchio ed al Comune di Trambileno, il Festival "Tra le rocce e il cielo" propone a tutti una imprendibile anteprima, arricchita da animazioni e proiezioni.




Nel 2004 un'equipe di storici ed etnografi ha intervistato gli anziani del paese di Pozzacchio, i quali hanno raccontato la storia del paese e del forte: dalla memoria dei loro genitori sfollati in Moravia, al ricordo dei nonni e dei padri mandati in Galizia a combattere per l'Impero, fino ai vivissimi ricordi di quando anche loro - da bambini - frequentavano il forte per pascolare le capre o fare fieno e legna.
Tutto questo rivive nell'allestimento realizzato da Filmwork, con la cura di Lorenzo Pevarello e Mariano De Tassis, da un'idea di Gigi Zoppello. Un percorso dentro il forte fa rivivere i racconti degli anziani, per poi portare il pubblico a vivere una intensa emozione nel grande vallo che si apre alle spalle del fortilizio.


Il pubblico sarà ammesso - a partire dalle ore 17 - a gruppi di venti persone per volta, scaglionati ogni dieci minuti, accompagnati dai volontari dell'associazione "Il Forte". Non è ammessa l'entrata singola o senza accompagnatori.

L'azione scenica alla fine del percorso è altamente drammatica, sconsigliata a bambini piccoli, persone facilmente impressionabili e/o sofferenti di cardiopatie o disturbi nervosi o dell'udito. Il pubblico è avvisato che questa esibizione - di breve durata - con luci e suoni è emotivamente di rilevante impatto e si richiama all'esperienza di un bombardamento in tempo di guerra.

Il Forte Pozzacchio si potrà raggiungere a piedi (anche con l’escursione al caposaldo austriaco di Pasubio 100 Anni) o grazie a un servizio di bus navetta anche da Trambileno, Vallarsa e Rovereto.  Le navette partiranno alle 16.30 da Moscheri, da Anghebeni e da piazzale Leoni  (Follone) di Rovereto, dove c’è ampio parcheggio.

Per la sicurezza e la tranquillità di tutti, i posti disponibili per lo spettacolo sono 300, esauriti i quali non si potrà  più accedere alle gallerie del Forte.

In caso di maltempo lo spettacolo verrà posticipato, ne verrà data comunicazione attraverso i social network della manifestazione.



Prima della visita al forte, oppure all’uscita dopo il percorso, il pubblico potrà assistere al Jazz teatrale: letture e musiche dal fronte, che si svolgerà nel prato antistante l’ingresso della fortificazione. Ricordi, aneddoti, poesie, suoni, suggestioni, uomini e fatti della Grande Guerra narrati e vissuti attraverso le musiche di Enrico Merlin (chitarre, computer, composizione, arrangiamenti e "rumori vari") e le letture di Andrea Brunello (attore, regista e drammaturgo) che verranno ripetute più volte nell’arco della serata.

Il progetto è realizzato grazie al contributo di Fondazione Caritro e  Regione Trentino Alto Adige e all’aiuto dell’associazione “Il Forte”, della ProLoco Trambileno, dei Vigili del Fuoco volontari di Trambileno, dell’Orsa Maggiore di Vallarsa.
                                                

La partecipazione a tutta la giornata è gratuita. 




martedì 27 agosto 2013

La giornata dell'arte in montagna apre "Tra le Rocce e il Cielo"


TRA LE ROCCE E IL CIELO, il Festival della montagna vissuta con consapevolezza, che si svolge in Vallarsa (TN) dal 29 agosto al 1 settembre, aprirà i quattro giorni  di mostre, film, incontri, uscite sul territorio, convegni, laboratori, concerti, spettacoli, presentazioni di libri con la giornata sull’Arte in montagna.

Ad aprire la manifestazione - organizzata dall'associazione culturale Tra le rocce e il cielo in partnership con Accademia della montagna del Trentino – alle 14.30 sarà la passeggiata di collegamento tra le mostre, con presentazione e inaugurazione delle mostre di storia, costume, scultura, pittura, fotografia e modellismo (clicca qui per conoscere le mostre del Festival). Si parte alle 14.30 davanti al Teatro Comunale di S.Anna per poi arrivare a Cumerlotti e a Riva.

Proprio al tendone di Riva, alle 16.00, ci sarà la vera e propria inaugurazione del Festival.
               
Dopo il rinfresco, alle 17.15 i giornalisti Alberto Gedda e Roberto Mantovani, introdotti da Filippo Zolezzi, presenteranno Ritratti da parete, il libro che raccoglie 80 interviste a personaggi che hanno a che fare con la montagna, scelte tra quelle trasmesse nel programma  “Tgr Montagne”. In sei capitoli – contrappuntati dalle vignette dell’umorista Gianni Audisio – sono proposte storie, testimonianze, emozioni di alpinisti, scrittori, sportivi, musicisti. Ma anche registi, intellettuali, giornalisti  e fumettisti.

Alle 18.15 verrà presentato il Piemonte Documenteur Filmfest. Carlotta Givo, direttrice e organizzatrice dell’unico festival in Europa interamente dedicato ai falsi documentari, racconta al pubblico genesi e progetti della manifestazione più pazza del mondo.

Alle 18.30 ci saranno le premiazioni di “Racconta la tua montagna – Il lavoro dell’uomo”. Concorso videoclip a premi sul lavoro dell’uomo in montagna, visto con gli occhi degli autori: raccontato nella sua profondità temporale attraverso il rapporto con la storia, documentato attraverso la testimonianze, vissuto attraverso memorie e ricordi, o mediato attraverso il filtro della letteratura e della poesia.

Alle 18, al Museo della civiltà contadina di Riva, sarà presentato “Pasubiana”, progetto di piccola scuola di disegno in montagna con Giulia Mirandola e i fumettisti Marina Girardi, Rocco Lombardi.
Alle 19 si potrà assistere alla prima parte di “Il mondo perduto” di Vittorio De Seta, rassegna di documentari realizzati in Italia tra il 1954 e il 1955. La serie di cortometraggi raccontano il lavoro dell'uomo nel suo legame con la terra e le forze della natura. Introduce Lucia Marana. (La seconda parte verrà proiettata venerdì 30 agosto alla stessa ora).

Chiuderà la prima giornata, alle 20.30, al teatro di S.Anna, il film musicato dal vivo “Go west – Io e la vacca”.  E’ la storia di un giovane solitario e senza soldi, che arriva nel Far West in cerca di fortuna. Si innamora di una giovane giovenca, la mucca Brown-eyes (Occhi bruni) e della figlia del proprietario del ranch dove trova lavoro. Banditi, fughe rocambolesche, gag esilaranti lo accompagnano mentre conduce la mandria verso Los Angeles.
Il film buffo e commovente di Buster Keaton (USA, 1925, 69 min), giovedì 29 agosto, alle 20.30 al teatro di S.Anna, sarà accompagnato dalle musiche di Marco Dalpane, pianista e compositore molto attivo come autore di musiche per il cinema muto. Musica nel buio è il gruppo con cui realizza i lavori di accompagnamento dei film. La formazione vede Marco Zanardi al clarinetto, Francesca Aste al synth, Alberto Capelli alla chitarra elettrica, Pierangelo Galantino al basso e Claudio Trotta alla batteria.
Lo spettacolo è adatto per adulti e bambini.

Dopo lo spettacolo (attorno alle 22.00) si potrà assistere a La danza delle falene, istallazione/performance di Paola Farinati e Osvaldo Maffei ai margini del bosco. Dopo una breve passeggiata si arriverà in un prato dove piccole luci bianche attrarranno gli ospiti notturni in una magica danza di parole e silenzi.

La danza delle falene, oltre ad essere un richiamo alla conoscenza entomologica di questi insetti, che possono vivere da una sola settimana a alcuni mesi, vuole indagare il senso dell'incontro ed esplorare le fragili geografie interiori dell’immaginario.
Al chiaro di luna, questi piccoli animali prosperano. Viaggiano di notte per proteggersi dai predatori e possono percorrere interi continenti. Purtroppo la specie è in declino: durante i loro voli, infatti, trovano sempre più luci ammalianti che le attraggono e le conducono alla morte. Anche noi talvolta siamo, come le falene, ripetutamente vittime di una fatale attrazione. Accecati da luci troppo forti, giriamo in tondo dentro un’ossessione, un pensiero, un problema e spesso non ne veniamo a capo. Dovremmo abbassare la luce, abbiamo bisogno di un viaggio o di un incontro che ci faccia uscire da quel cerchio ossessivo. La storia narrata per questa occasione, come le Falene dalle ali cartacee, viene da lontano. Con un po’ di fortuna in silenzio si potrà intravvedere la danza delle falene che almeno nella fantasia volano verso nuovi orizzonti.


"Alpinista ieri, climber oggi", gli alpinisti si incontrano per festeggiare i 30 anni della Sat di Vallarsa


“Alpinista ieri, climber oggi” è la chiacchierata che sabato 31 agosto alle 14 si terrà all’Alpe di Campogrosso,  all’interno di Tra le rocce e il cielo, il Festival della montagna vissuta con consapevolezza che si svolge in Vallarsa (TN) dal 29 agosto al 1 settembre. Un incontro tra amici amanti della montagna che rappresentano diverse generazioni dell’alpinismo trentino. Quegli stessi scalatori che hanno vissuto in prima persona il passaggio dall’andare in roccia in modo tradizionale alle grandi trasformazioni tecniche dei giorni nostri. Ad organizzare l’incontro il gruppo SAT di Vallarsa, che festeggia il suo 30° anniversario dalla fondazione in uno dei luoghi più suggestivi della Vallarsa, ai piedi delle Piccole Dolomiti.

Sono passati già 30 anni da quando, da un’idea di Tullio Pezzato ed Ezio Campagna, è nato il Gruppo Sat di Vallarsa, gruppo della Sezione di Rovereto. «All’inizio eravamo in 13 o 14, ma nel giro di pochi mesi abbiamo raggiunto una trentina di soci» ha raccontato Claudio Rossaro, uno dei fondatori, a Tra le Rocce e il cielo (ascolta l’intervista a Claudio Rossaro). Oggi, dopo un trentennio, i soci del gruppo tra ordinari, familiari e giovani sono oltre 150. E non arrivano solo dalla Vallarsa, ma anche dai paesi vicini e dal Veneto. All’inizio  il gruppo si occupava soprattutto di organizzare gite sulle montagne della valle e della manutenzione dei sentieri, che sul territorio comunale sono davvero molti. Ora accanto a questa attività ci sono molti altri impegni (ciaspolate, escursioni, collaborazioni con altre associazioni, accompagnamento) e la partecipazione a numerose manifestazioni, come la Fiera di San Luca o la giornata dei Crodaioli, solo per citare le maggiori.

Il gruppo Sat festeggerà il compleanno al “Festival Tra le rocce e il cielo”, organizzando una giornata dedicata alla montagna e all’alpinismo.
Come nel vero spirito satino si partirà con una camminata. In compagnia di alcuni alpinisti ci si avvierà alle 9 da Passo Pian delle Fugazze (percorso A) o da Camposilvano (percorso B) per raggiungere malga Storta, dove si potrà gustare l’aperitivo e pranzare. Occorre iscriversi all’indirizzo proloco.vallarsa@gmail.com o al 334 1330576 entro giovedì 29 agosto (quota per il pranzo 5 euro).

Alle 14, alla malga, avrà inizio l’incontro Alpinista ieri, climber oggi. Nell’appuntamento all’aria aperta alcuni alpinisti trentini si confronteranno su come è cambiato il modo di scalare le montagne in questi ultimi trent’anni. Un tempo, scarponi ai piedi, si stava in parete anche una settimana; ora con le scarpette e l’abbigliamento tecnico i tempi si sono accorciati. Questo profondo mutamento del modo di rapportarsi alla roccia verrà analizzato dagli stessi protagonisti.  


Tra questi due hanno superato i settant’anni Dario Cabas e Paolo Leoni.
Il primo ha iniziato a praticare l’alpinismo, con tenacia e senza estremismi, sulle montagne attorno a casa. E accorgendosi di quanto era importante e sentito questo tema, ha trasformato una passione in una professione, aprendo a Rovereto il primo negozio specializzato per climber. Accanto all’esperienza in roccia anche la storia dietro il bancone dunque, che racconta l’evoluzione degli strumenti e delle tecniche, con il passaggio da un equipaggiamento artigianale, e da un ruolo del venditore più da amico e consigliere che da esperto, fino all’estrema evoluzione tecnica odierna, con una produzione specialistica che ha completamente rivoluzionato il settore.
Paolo Leoni, con la cordata roveretana formata da Mariano Frizzera e Graziano Maffei,
a partire dagli anni ’70 per più di un ventennio ha condotto un alpinismo d’avanguardia, seppure lontano dalle luci della ribalta. Le sue scorribande in Dolomiti sono ora entrate nella leggenda.
Maurizio Giordani, classe 1959, ha vissuto profondamente questo passaggio di mentalità. Per lui fare alpinismo è una ricerca, un’avventura in un ambiente affascinante che permette di crescere e di fare esperienze importanti, alla ricerca di emozioni.
Giuliano Stenghel, considerato in passato l’anello di congiunzione tra due generazioni di alpinisti, con le sue esperienze ha esplorato un nuovo modo di andare montagna. Da diverso tempo è riuscito a coniugare alpinismo e solidarietà, organizzando, tra una cordata e l’altra, serate informative e promozionali in tutta Italia.
Tra i più giovani invece troviamo Luca Campagna. Alpinista, esploratore e appassionato di viaggi, ha maturato negli anni molte esperienze alpinistiche in ogni angolo del mondo, attraversando distese ghiacciate e desertiche.
Infine i due giovanissimi del gruppo, Tiziano Buccella, grande rocciatore, e Michele Bort. Bort in particolare gira l’Europa alla ricerca di falesie, il suo ambiente prediletto, girando l'Europa ha avuto modo di conoscere e scalare assieme ad alcuni Top Climber.
A Introdurli sarà l’alpinista viaggiatore Mario Corradini.
L’incontro sarà seguito da una merenda.



Stefania  Costa
costa_stefania@yahoo.it

lunedì 26 agosto 2013

Giochi e montagna a "Tra le Rocce e il Cielo"


Il rapporto tra giochi e montagna sarà esplorato a “Tra le Rocce e il cielo”, il Festival della montagna all’ombra delle Piccole Dolomiti, che si svolge in Vallarsa (TN) dal 29 agosto al 1 settembre.

Il tema sarà indagato grazie a una mostra e una tavola rotonda, mentre i più piccoli potranno cimentarsi in prima persona nella costruzione di giochi in legno.


Dal 20 agosto al Museo della civiltà contadina a Riva di Vallarsa si potrà visitare LA MONTAGNA NEI GIOCHI, I GIOCHI DALLA MONTAGNA. Una finestra aperta su memorie materiali, miti e immaginari tra ’800 e ‘900. La mostra, curata dai due studiosi Nicola Spagnolli e Marta Villa, analizza e illustra il tema dei giochi declinandolo come una finestra aperta sul mondo della montagna, le sue tradizioni e l’immaginario ad esso collegato.
«I materiali prodotti per permettere l’atto del gioco, grazie alla loro stratificazione, creano una collezione di oggetti preziosi per ricostruire e svelare stili di vita, costumi e finalità pedagogiche di una specifica epoca storica» spiegano i curatori. La montagna, da un lato, ha fornito all’uomo un’importante materia, il legno, per costruire i giocattoli, dall’altro ha costituito un’ispirazione per giochi destinati soprattutto ad un pubblico cittadino, dove la montagna viene presentata come luogo suggestivo, meta di conquiste e imprese epiche. In mostra si trovano dunque bambole, burattini, cavallucci e statuine a forma di animali, prodotti soprattutto nelle Alpi, e giochi in scatola dove l’obbiettivo è scalare un monte e scoprire cose nuove.
La mostra, che si potrà visitare dalle ore 9 alle 12 e delle 15 alle 19 fino al 3 settembre, è stata resa possibile grazie alla disponibilità di collezionisti privati come Rosanna Cavallini, Paolo De Carli e Katia Pustilnikov, e dalla collaborazione con il Museo Nazionale della Montagna CAI di Torino e del Museo etnografico di Vallarsa.


Di giochi e del loro rapporto con la montagna si parlerà anche in una tavola rotonda, domenica 1 settembre, giornata che il Festiva dedica alla storia. Al museo della Civiltà contadina alle 15.30 ci sarà "DAL TABLET AL TABIEL”.
«Il titolo – spiegano Nicola Spagnolli e Marta Villa - ci è venuto in mente guardando uno spot televisivo tedesco nel quale una figlia regalava al proprio padre un tablet, per rimanere sempre in contatto. Il problema è che il padre, poco avvezzo alla tecnologia, lo utilizzava come un tagliere (tabiel in dialetto trentino). Da questa immagine che evoca in modo ironico la distanza generazionale nell’approccio alla tecnologia è nata l’idea di sottolineare non un nostalgico ritorno al passato, ma una volontà di mettere in dialogo la semplicità dei giochi di una volta con l’apparente complessità dei supporti attuali con i quali ci intratteniamo o giochiamo».
Durante la tavola rotonda i diversi ospiti – oltre a Nicola Spagnolli e Marta Villa, Rosanna Cavallini, Paolo De Carli e Giuseppe Giacon, presidente dell'Associazione Giochi Antichi di Verona - presenteranno la loro esperienza, il senso e il loro rapporto con questi oggetti del passato, la necessità di riscoprire e rigiocare con questi strumenti, cercando un filo conduttore tra ieri, oggi e domani.



Mentre gli adulti saranno impegnati a seguire la tavola rotonda, i bambini  potranno cimentarsi in un laboratorio alla riscoperta di una diversa manualità.
Alle 15.00 al Tendone Riva potranno partecipare a “C'ERA UNA VOLTA... UN GIOCATTOLO DI LEGNO”, laboratorio per bambini di costruzione di giocattoli in legno “dal sapore antico"  con Emanuele Cozzaglio. Con le loro mani, e con gli attrezzi del mestiere, potranno lavorare il legno creando i loro giocattoli.




Stefania Costa
costa_stefania@yahoo.it