sabato 6 agosto 2016

Le mostre di TRA LE ROCCE E IL CIELO


Tra le Rocce e il Cielo 2016 – il festival della montagna vissuta con consapevolezza che si svolge in Vallarsa dal 18 al 21 agosto – anche quest’anno si caratterizza per numerosi appuntamenti di richiamo con ospiti dal mondo dell’alpinismo, del giornalismo, della cultura e della letteratura.
Oltre a convegni, tavole rotonde, concerti, spettacoli, laboratori e uscite sul territorio, Tra le Rocce e il Cielo propone una collezione di mostre che permettono di ampliare l’orizzonte sulle tematiche affrontate nel corso del festival, attraverso documenti, opere artistiche, reportage fotografici, immagini d’epoca.


Al Tendone di Raossi, dal 2 al 31 agosto 2016 (con orario 15.00-19.00, lunedì chiuso) per tutto il mese di agosto, mostre dedicate alla Grande Guerra spazieranno dalle emblematiche fotografie di Giulio Malfer, che ritraggono la gente di montagna oggi, dopo la grande ondata di spopolamento degli anni Settanta, all’appassionante riscoperta di scatti inediti della Vallarsa durante la Grande Guerra di Fausto Corsini, fino all’esposizione curata da Gregorio Pezzato sui profughi vallarseri. Gli scatti raccolti da Nicola Spagnolli e Francesco Filippi ci faranno riflettere su come il corpo del nemico venga utilizzato nella propaganda bellica per influenzare la percezione e poi la memoria dei fatti di guerra.

Forte sarà il richiamo al presente grazie alla mostra curata da Sergio Poggianella ed Elena Dai Prà, che in “Confini e Conflitti” documentano, in una straordinaria e rara esposizione tratta dall’archivio della Fondazione Poggianella, le varianti dei cosiddetti war rug, i tappeti di guerra afgani. E ancora le attuali tematiche dell’accoglienza e dell’integrazioni saranno protagoniste di “Narr/azioni dialogiche fotografiche” di Maria Fiano e Federico Sutera.

Le mostre saranno inaugurate il 14 agosto alle 17.30.

Al Teatro S. Anna, dal 19 al 20 agosto 2016, visitabili durante l’orario dei convegni, sarà esposta la mostra fotografica di Carla Dazzi AFGHANISTAN PER DOVE... una raccolta di volti e vite nei campi profughi afghani, in Pakistan e in Afghanistan. Un omaggio al coraggio e alla determinazione delle attiviste nell'associazione “Rawa”, che con instancabile dedizione e fiducia promuovono, a rischio della loro stessa vita, una battaglia politica per la difesa dei diritti delle donne e per la loro partecipazione ad ogni sfera del vivere sociale in uno Stato laico e democratico, libero dall’integralismo religioso.

Al Museo della civiltà contadina di Riva di Vallarsa, dal 9 al 31 agosto 2016 (con orario 9.00-12.00 15.30-19.00, lunedì chiuso) l’obiettivo si concentrerà sulla montagna, ma sotto una luce rinnovata, poetica e catartica, con la mostra di Elisabetta Faccin sulle Piccole Dolomiti, in cui le fotografie prima che nella camera nascono nell’animo, e il lavoro di Alex Cattoi, che attraverso opere ceramiche e fotografiche ristabilisce la connessione tra uomo e Natura.

Le mostre saranno inaugurate nella prima giornata del festival il 18 agosto.

Una breve descrizione delle mostre:


CONFINI E CONFLITTI: LA GUERRA E IL CONFINE DEL TAPPETO FIGURATO ORIENTALE
a cura di Sergio Poggianella ed Elena Dai Prà

Attingendo alla straordinaria e rara collezione di duecento esemplari di tappeti figurati orientali, tratta dall’archivio della Fondazione Poggianella, si è inteso allestire un percorso che fosse in grado di documentare le varianti dei cosiddetti war rug, i tappeti di guerra afghani. Tra i loro soggetti, rappresentazioni geografiche del mondo e della regione afghana che vanno da veri e propri planisferi arricchiti dal catalogo delle bandiere degli Stati, alle carte politiche e tematiche, al paesaggio. Non solo ammirarli dunque, ma attraversarli, varcarli per esplorare spazi e condividere culture.


IL CORPO DEL NEMICO. ESPOSIZIONE E RAPPRESENTAZIONE DAL BRIGANTAGGIO ALL’ISIS mostra documentaria prodotta da Tra le Rocce e il Cielo,
a cura di Nicola Spagnolli e Francesco Filippi

Tra il XIX e il XX secolo la fotografia ha raccontato molti eventi, anche di cruda violenza, ed è stata utilizzata come strumento di comunicazione politica e di arma di propaganda, influenzando anche la successiva memoria su quegli eventi. Partendo dalla vicenda di Cesare Battisti, di cui ricorrono i 100 anni della morte, si opera una riflessione sull'utilizzo del corpo del nemico per fini propagandistici e di comunicazione politica. A cosa serve esporre il nemico? E a cosa serve esporne lo spoglie? Che ruolo ha l'immagine fotografica? Un’immagine non è mai neutra, ma è un racconto che viene preso in carico e proseguito a seconda del tipo di osservatore. L’immagine allora non è di per sé memoria, ma strumento narrativo che genera memoria.


LA GRANDE GUERRA DEL “CORRIERE DEI PICCOLI”, 1914-1919 mostra documentaria a cura di Nicola Spagnolli

La mostra, prodotta da Tra le Rocce e il Cielo, racconta e illustra la mobilitazione dell’infanzia nel primo conflitto mondiale attraverso le pagine del “Corriere dei Piccoli”, supplemento del “Corriere della Sera” pubblicato dal 1908 e dedicato ad un pubblico di bambini e ragazzi. Durante la prima Guerra Mondiale, il giornalino venne utilizzato come strumento per educare i giovani alla guerra e come arma di propaganda, anche in chiave irredentista, attraverso le rubriche, i racconti e, soprattutto, attraverso le sue celebri tavole illustrate.


INDAGINI ALPINE
mostra fotografica di Giulio Malfer

Il senso tragico del tramonto culturale che negli anni Settanta calava sulle Alpi riuscì a esprimerlo, più di tutti, Nuto Revelli. I giovani valligiani abbandonavano la vita dei padri credendo alla promessa di un futuro migliore in fabbrica. La montagna moriva in silenzio, eppure la patina delle riviste di turismo continuò ad alimentare lo stereotipo del felice mondo alpestre: l’ebbrezza dello sci, l’incanto dei ghiacciai, lo sforzo delle scalate. Oggi stiamo assistendo, qua e là, a un timido dietrofront. Una nuova vita senza stereotipi, concreta. Così come la si può leggere negli sguardi colti dal fotografo Giulio Malfer. A quasi quarant’anni dalle interviste registrate da Nuto Revelli, Malfer ritorna sugli stessi territori d’indagine etnografica usando la fedeltà, imparziale e icastica, della macchina fotografica, realizzando una serie di reportage foto-giornalistici, nel tentativo di ribaltare quello stereotipo che, da una prospettiva urbana, ancora avvolge in gran parte il mondo alpino.


NARR/AZIONI DIALOGICHE FOTOGRAFICHE: DA IDOMENI A RIACE
Autori: Maria Fiano Scrittrice - cineasta, Venezia; Federico Sutera Fotografo, Venezia.
Ideate da Giorgio Conti.

La civiltà mediterranea: re-innovare la cultura dell’asilo, dell’accoglienza e dell’integrazione.


LA CASSA RITROVATA. FOTO INEDITE DELLA VALLARSA DURANTE LA GRANDE GUERRA
a cura di Fausto Corsini

Aggirarsi per un mercatino; comprare una vecchia cassa con delle lastre fotografiche; scoprire, una volta a casa, paesaggi di una Valle sconosciuta, scene di vita militare e ritratti di austeri militari; essere presi dalla passione; ed iniziare a cercare, a capire, a viaggiare …

Fausto Corsini, fotografo, autore di numerose mostre personali e collettive, nazionali ed internazionali, ci porta con la sua macchina fotografica a fare un viaggio nel tempo e ripercorre oggi, gli stessi passi che il Capitano medico Agnoli, del Comando Tattico del Soglio dell'Incudine, fece nel 1917, scendendo dal Pasubio in Vallarsa.


LA POLENTA NEL GREMBIULE: i giorni successivi all’evacuazione della Vallarsa nel 1916
a cura di Gregorio Pezzato, Gruppo Alpini Vallarsa

Mostra documentaria sull’organizzazione della vita dei profughi vallarsesi nel Comune di Legnago.


LA TESTA FRA LE NUVOLE
mostra fotografica sulle Piccole Dolomiti di Elisabetta Faccin

La scelta del bianco e nero nella fotografia della Faccin corrisponde all'astrazione. La materia di cui sono fatte le montagne, lo stesso ambiente in cui la Faccin fotografa sono estremamente materici e complessi nei loro meccanismi fin dalla loro nascita. Inaspettatamente però affrontare la montagna costringe a tornare all'essenziale, talvolta addirittura ad affrontare primitivi dilemmi per la sopravvivenza. In questo contesto l'interiorità finisce quasi sempre per scalzare la ragione. Così una fotografia nasce prima nell'animo, frutto di emozioni, e solo in un secondo momento il gesto meccanico dello scatto la fissa piegando le conoscenze tecniche ai fini della poetica dell'immagine. Il bianco e nero libera le immagini dal vincolo del colore, le lascia respirare, esalta forme e atmosfere sfruttando la semplicità degli opposti.


IL RISVEGLIO DELLA CIVILTA’. Il riscatto della Natura.
mostra di Alex Cattoi

L’artista propone una selezione di opere che raccontano l’evoluzione della sua personale ricerca espressiva e formale attraverso la trasformazione del contatto tra uomo e Natura. Ogni opera, dal bozzetto alla scultura ceramica fino alla sua valorizzazione fotografica, è quindi un omaggio alla Natura. La nostalgia per il passato perduto si manifesta nelle patine superficiali che rivelano l'approfondimento e la rivisitazione di materiali e metodi tradizionali reimpiegati per esprimere il logorio della materia dato dal trascorrere del tempo. Ripercorrendo a ritroso le tracce di un’umanità travagliata, tipica delle terre di confine, l'artista plasma delle opere, ceramiche e/o fotografiche, nelle quali gli oggetti "tornano" dal passato per prendere nuova vita, rivestendosi di nuovi significati simbolici.



AFGHANISTAN PER DOVE...
mostra fotografica di Carla Dazzi

Tante sono le storie viste e sentite durante i viaggi di Carla Dazzi nei campi profughi afghani, in Pakistan prima e in Afghanistan poi. Una voce le è rimasta nella mente e nel cuore: in un incontro a Farah, con un gruppo di maggiorenti locali, il capo villaggio nel congedarsi ha raccomandato: “parlate, parlate dell’Afghanistan, perché solo così questo paese continuerà a vivere”. La presente mostra vorrebbe rendere omaggio alla parte di società civile afghana che purtroppo non ha voce nel nostro mondo. L’autrice vuole mettere in luce il coraggio e la determinazione delle attiviste nell'associazione “Rawa”, che con instancabile dedizione e fiducia promuovono, a rischio della loro stessa vita, una battaglia politica per la difesa dei diritti delle donne e per la loro partecipazione ad ogni sfera del vivere sociale in uno Stato laico e democratico, libero dall’integralismo religioso.

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