Jerzy Kukuczka fu il secondo alpinista, dopo
Messner, a scalare la vetta di tutti i quattordici Ottomila grazie a un’impressionante serie di
difficili ascensioni tra il 1979 al 1987. Jurek, così lo chiamavano gli amici, uno
dei massimi interpreti dell’alpinismo himalaiano moderno, è scomparso nel 1989
proprio nel corso di una ascesa.
Anche quest’anno il festival tra le Rocce e il
cielo – che si svolge in Vallarsa dal 18 al 21 agosto – dedica una serata
all’alpinismo.
Giovedì 18 agosto, alle 20.30 al Tendone di Riva di Vallarsa, si ricorderanno le imprese di Jerzy
Kukuczka con la partecipazione della moglie
dell’alpinista scomparso, Celyna Kukuczka, e dell’alpinista Elio Orlandi. Coordinano Mario Corradini e Filippo
Zolezzi.
Kukuczka era un campione delle prime invernali,
un uomo abituato al grande freddo e al grande rischio. Era stato il primo a
salire, durante stagione più dura, sull' Everest nel 1976, con la spedizione
Zawada. Aveva creato una scuola polacca, che cresceva a dispetto delle
difficili condizioni economiche del suo paese, sostenuta da qualche sponsor
occidentale e da una grande inventiva.
«In Polonia - scrive la Repubblica nel giorno
della sua scomparsa - l'avevano soprannominato Ulisse: una vita alla ricerca
del rischio. Impiegato elettrotecnico all'ente minerario di Katowice, padre
felice di due bambini, Jerzy Kukuczka era grande compagno-rivale di Messner.
Era dolce Kukuczka, con quella folle voglia di godersi la vita, l'esatto
contrario dell' alpinista ascetico cresciuto a carote e yoghurt. Fumava tanto,
amava il vino e il buon cibo. Era anarchico nelle abitudini e rigoroso nel suo
sport. E in montagna gli stravizi erano proibiti, c'era solo la fatica. Dalle
nostre parti, era diventato famoso da poco. All'Est c'è una buona scuola, ma
tutti l'hanno conosciuto quando anche l'alpinismo è diventato un fenomeno
spettacolare. Dopo Messner, s'era messo anche lui a scalare tutti gli ottomila,
una specie di campionato fra alpinisti-supermen. Aveva concluso la sua fatica -
14 cime - il 18 settembre del 1987. Quattro di quelle cime Kukuczka le aveva
scalate in prima invernale. Quasi tutte le sue scalate erano state fatte su vie
nuove, su percorsi scelti su una carta, con l'aiuto di qualche fidato sherpa.
Secondo molti critici, Kukuczka era addirittura superiore a Reinhold Messner.
Di sicuro, era l'uomo che aveva reso l'altoatesino meno irraggiungibile. Jerzy,
in italiano Giorgio, portava sempre con sé cassette di musica jazz. Era la
musica che lo avvicinava di più alla montagna. Lui che aveva imparato a fare
alpinismo da piccolissimo, sui monti Tatra, amava anche Chopin e Bach. Un
uomo-atleta completo, che scendeva da 72 a 58 chili dopo ogni ottomila scalato».
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