venerdì 7 agosto 2015

Conferenze, laboratori, proiezioni, degustazioni, spettacoli: Gigi Zoppello racconta la GIORNATA DEDICATA ALL'OM SELVADEG



Intervista a Gigi Zoppello

Gigi Zoppello è vice caporedattore del quotidiano L’Adige di Trento. Scrittore, poeta, amante della montagna e del camminare, nel tempo libero si occupa di eventi culturali, letteratura e poesia. È ideatore e direttore artistico del festival Quotapoesia.
Sua l’intuizione di dedicare e sviluppare una giornata del festival Tra le Rocce e il Cielo 2015 attorno alla figura leggendaria dell’Om selvadeg.




Quest’anno il festival Tra le Rocce e il Cielo si apre con una giornata dedicata al’Om selvadeg, volevamo chiederle da dove nasce l’idea ma soprattutto chi è l’Om selvadeg?

Beh, quest’idea nasce da una curiosità che da molti anni mi accompagna per questa figura mitologica che appartiene alle leggende, ma anche alla storia dell’arte di tutto l’arco alpino, di parte dell’Europa, addirittura dei Carpazi. L’Om selvadeg è una figura rappresentata in molte opere d’arte, dipinti di Albrecht Dürer eccetera. Viene rappresentato di solito come un uomo peloso, ricoperto di pelliccia, adorno spesso di rami e di elementi floreali; quasi sempre si accompagna ad un bastone nodoso con il quale randella le sue vittime. È una figura che in sostanza rappresenta quello che l’uomo era prima della civiltà e cioè l’essere selvatico che vive nei boschi, che vive appartato, che vive da solo. È una figura centrale ancora oggi in molti carnevali dell’arco alpino come dicevo, tutti hanno presente queste maschere di uomini realizzate con pigne o rametti di abete o addirittura uomini coperti totalmente di rami dalla testa ai piedi che vanno a turbare il carnevale uscendo dal bosco e arrivando in paese.

Dal punto di vista psicoanalitico se vogliamo, il selvatico rappresenta anche quella parte di noi preda degli istinti che non ha ancora imparato a dominarsi, con tutte le caratteristiche dell’uomo che non ha controllo su se stesso. È quindi irascibile, collerico e solitario, cerca di stare nel folto del bosco. Quest’attitudine dell’uomo selvatico, ha fatto nascere una serie di leggende di cui è protagonista. Quasi sempre sono leggende che giocano sull’incontro tra l’uomo del paese - il contadino o il cacciatore o il boscaiolo - e l’uomo selvatico del bosco che è geloso della sua solitudine.



Quali aspetti verranno trattati della figura dell’Om selvadeg durante il festival?

In particolare una leggenda ci serve per filo conduttore di questa giornata del festival Tra le Rocce e il Cielo in Vallarsa. È la leggenda secondo la quale l’uomo selvatico incontra una pastorella e se ne innamora, si innamora della sua bellezza. Questa è una leggenda dolomitica, dell’area ladina soprattutto. La pastorella ovviamente al paese viene difesa in quanto si teme l’uomo selvatico la voglia rapire. L’uomo selvatico invece in cambio della pastorella, insegna agli uomini come si fa il formaggio. Quindi l’uomo selvatico come sapiente di saperi arcani della natura, che però insegna all’uomo la conservazione casearia e la conservazione del latte. Da quel momento in poi si realizza un patto tra l’uomo civilizzato e il Selvadeg. Come spesso succede in queste leggende ci sono diversi capitoli, quello del formaggio è il principale. Ci sono altre varianti di questa leggenda secondo cui l’uomo selvatico avrebbe dovuto svelare altri segreti all’uomo del paese. Tuttavia,  dal momento che alla fine gli uomini del villaggio tradiscono il patto portandogli via la pastorella, lui  si rifiuta di rivelare gli altri preziosi saperi, con uno schema archetipo di fiaba abbastanza comune simile a quello del nano del bosco che deve insegnare come si fa l’oro o dove si trova l’oro ad esempio.


Nel corso della giornata poi ci sarà una conferenza “Il sapere dell’Om selvadeg, il sapore della montagna”. Ci racconti come verrà strutturata e come verranno affrontate queste due tematiche.

In Trentino il tema dell’uomo selvatico è stato studiato soprattutto dal museo di San Michele all’Adige - Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina e recentemente un esperto di questa figura è Andrea Foches. Il dottor Foches sarà il conferenziere che ci parlerà di questa figura. Foches l’ha trattata dal punto di vista scientifico antropologico ma non solo, ha  realizzando anche un cofanetto di cartoni animati rivolti soprattutto ad un pubblico di bambini e ragazzi, in cui ha messo in scena le leggende dell’uomo selvatico. Quindi una parte centrale di questa giornata sarà la conferenza di Foches che ci parlerà del mito, mostrandoci anche esempi di affreschi dell’area alpina che rappresentano l’uomo selvatico. Siccome il tema dell’uomo selvatico è legato alla nascita della caseificazione, abbiamo pensato di abbinare a questa conferenza anche una cena a base di formaggi tipici della zona; potremmo gustarli con Slow Food, che farà conoscere i diversi prodotti della zona, le eccellenza del territorio in tema di caseificazione.


Quali altre sorprese ci attendono il 20 agosto in Vallarsa?

La giornata inizia nel primo pomeriggio con un laboratorio per i bambini tenuto da animatori del Museo di San Michele all’Adige che insegneranno loro a costruire la maschera dell’Om selvaged. Gli stessi bambini andranno in sfilata la sera con la loro maschera fino al tendone delle feste di Vallarsa. Ci sarà poi uno spettacolo folcloristico con il gruppo folk El Salvan, di Lusiana sull’Altopiano di Asiago; il gruppo mette in scena leggende di quello che loro chiamano El Salvan o El Salvanel che è sempre l’uomo selvatico, raccontandocelo come nei filò di un secolo fa. Ci sarà poi la conferenza come dicevo, e la degustazione di formaggi con Slow Food. In collaborazione con il MUSE, ci sarà anche un laboratorio dedicato alla degustazione dell’acqua, una delle ricchezze di questo territorio. Si potrà quindi in qualche essere dei sommelier dell’acqua!
Infine la giornata si chiuderà  con un concerto-spettacolo legato al tema dell’uomo selvatico.
L’uomo selvatico in area tedesca si chiama Wilder Mann e Teho Teardo, un musicista e soprattutto compositore di musiche da film italiano - ha composto le musiche de Il Divo e di molti di film italiani dell’ultimo periodo - ha dedicato un intero disco all’uomo selvatico. Ad ispirare il lavoro di Teardo è stato il libro fotografico del francese Charles Fréger, che raccoglie scatti delle maschere dell’uomo selvatico nei carnevali di tutta Europa. Da queste immagini il musicista è partito per comporre la lunga suite che eseguirà dal vivo con un organico da camera computer music, con chitarra elettrica e violoncello accompagnato dalle rappresentazioni di Fréger proiettate su un grande schermo al Teatro di S. Anna di Vallarsa.

La ringrazio per la ricca anticipazione della giornata che ci ha fornito! E arrivederci in Vallarsa a partire dal 20 agosto.

Laura Zandonai




Giovedì 20 agosto si apre il festival con la  GIORNATA DELLA VITA IN MONTAGNA E DELL’OM SELVADEG
Il programma completo del festival Tra le Rocce e il Cielo 2015 è disponibile sul sito: http://www.tralerocceeilcielo.it/programma/

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