Intervista a Gigi Zoppello
Gigi Zoppello è vice
caporedattore del quotidiano L’Adige di Trento. Scrittore, poeta, amante della
montagna e del camminare, nel tempo libero si occupa di eventi culturali,
letteratura e poesia. È ideatore e direttore artistico del festival
Quotapoesia.
Sua l’intuizione di
dedicare e sviluppare una giornata del festival Tra le Rocce e il Cielo 2015
attorno alla figura leggendaria dell’Om selvadeg.
Quest’anno il festival Tra
le Rocce e il Cielo si apre con una giornata dedicata al’Om selvadeg, volevamo chiederle
da dove nasce l’idea ma soprattutto chi è l’Om selvadeg?
Beh, quest’idea nasce da una curiosità che da molti anni mi accompagna
per questa figura mitologica che appartiene alle leggende, ma anche alla storia
dell’arte di tutto l’arco alpino, di parte dell’Europa, addirittura dei Carpazi.
L’Om selvadeg è una figura rappresentata in molte opere d’arte, dipinti di Albrecht
Dürer eccetera. Viene rappresentato di solito come un uomo peloso, ricoperto di
pelliccia, adorno spesso di rami e di elementi floreali; quasi sempre si
accompagna ad un bastone nodoso con il quale randella le sue vittime. È una
figura che in sostanza rappresenta quello che l’uomo era prima della civiltà e
cioè l’essere selvatico che vive nei boschi, che vive appartato, che vive da
solo. È una figura centrale ancora oggi in molti carnevali dell’arco alpino
come dicevo, tutti hanno presente queste maschere di uomini realizzate con
pigne o rametti di abete o addirittura uomini coperti totalmente di rami dalla
testa ai piedi che vanno a turbare il carnevale uscendo dal bosco e arrivando
in paese.
Dal punto di vista psicoanalitico se vogliamo, il selvatico rappresenta
anche quella parte di noi preda degli istinti che non ha ancora imparato a
dominarsi, con tutte le caratteristiche dell’uomo che non ha controllo su se
stesso. È quindi irascibile, collerico e solitario, cerca di stare nel folto
del bosco. Quest’attitudine dell’uomo selvatico, ha fatto nascere una serie di
leggende di cui è protagonista. Quasi sempre sono leggende che giocano sull’incontro
tra l’uomo del paese - il contadino o il cacciatore o il boscaiolo - e l’uomo
selvatico del bosco che è geloso della sua solitudine.
Quali aspetti verranno
trattati della figura dell’Om selvadeg durante il festival?
In particolare una leggenda ci serve per filo conduttore di questa
giornata del festival Tra le Rocce e il Cielo in Vallarsa. È la leggenda
secondo la quale l’uomo selvatico incontra una pastorella e se ne innamora, si
innamora della sua bellezza. Questa è una leggenda dolomitica, dell’area ladina
soprattutto. La pastorella ovviamente al paese viene difesa in quanto si teme
l’uomo selvatico la voglia rapire. L’uomo selvatico invece in cambio della
pastorella, insegna agli uomini come si fa il formaggio. Quindi l’uomo
selvatico come sapiente di saperi arcani della natura, che però insegna
all’uomo la conservazione casearia e la conservazione del latte. Da quel
momento in poi si realizza un patto tra l’uomo civilizzato e il Selvadeg. Come
spesso succede in queste leggende ci sono diversi capitoli, quello del
formaggio è il principale. Ci sono altre varianti di questa leggenda secondo
cui l’uomo selvatico avrebbe dovuto svelare altri segreti all’uomo del paese.
Tuttavia, dal momento che alla fine gli uomini
del villaggio tradiscono il patto portandogli via la pastorella, lui si rifiuta di rivelare gli altri preziosi
saperi, con uno schema archetipo di fiaba abbastanza comune simile a quello del
nano del bosco che deve insegnare come si fa l’oro o dove si trova l’oro ad
esempio.
Nel corso della giornata
poi ci sarà una conferenza “Il sapere dell’Om selvadeg, il sapore della
montagna”. Ci racconti come verrà strutturata e come verranno affrontate queste
due tematiche.
In Trentino il tema dell’uomo selvatico è stato studiato soprattutto dal
museo di San Michele all’Adige - Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina
e recentemente un esperto di questa figura è Andrea Foches. Il dottor Foches
sarà il conferenziere che ci parlerà di questa figura. Foches l’ha trattata dal
punto di vista scientifico antropologico ma non solo, ha realizzando anche un cofanetto di cartoni
animati rivolti soprattutto ad un pubblico di bambini e ragazzi, in cui ha
messo in scena le leggende dell’uomo selvatico. Quindi una parte centrale di
questa giornata sarà la conferenza di Foches che ci parlerà del mito, mostrandoci
anche esempi di affreschi dell’area alpina che rappresentano l’uomo selvatico.
Siccome il tema dell’uomo selvatico è legato alla nascita della caseificazione,
abbiamo pensato di abbinare a questa conferenza anche una cena a base di
formaggi tipici della zona; potremmo gustarli con Slow Food, che farà conoscere
i diversi prodotti della zona, le eccellenza del territorio in tema di
caseificazione.
Quali altre sorprese ci
attendono il 20 agosto in Vallarsa?
La giornata inizia nel primo pomeriggio con un laboratorio per i bambini
tenuto da animatori del Museo di San Michele all’Adige che insegneranno loro a
costruire la maschera dell’Om selvaged. Gli stessi bambini andranno in sfilata
la sera con la loro maschera fino al tendone delle feste di Vallarsa. Ci sarà poi
uno spettacolo folcloristico con il gruppo folk El Salvan, di Lusiana
sull’Altopiano di Asiago; il gruppo mette in scena leggende di quello che loro
chiamano El Salvan o El Salvanel che è sempre l’uomo selvatico, raccontandocelo
come nei filò di un secolo fa. Ci sarà poi la conferenza come dicevo, e la
degustazione di formaggi con Slow Food. In collaborazione con il MUSE, ci sarà anche
un laboratorio dedicato alla degustazione dell’acqua, una delle ricchezze di
questo territorio. Si potrà quindi in qualche essere dei sommelier dell’acqua!
Infine la giornata si chiuderà
con un concerto-spettacolo legato al tema dell’uomo selvatico.
L’uomo selvatico in area tedesca si chiama Wilder Mann e Teho Teardo, un
musicista e soprattutto compositore di musiche da film italiano - ha composto le
musiche de Il Divo e di molti di film italiani dell’ultimo periodo - ha
dedicato un intero disco all’uomo selvatico. Ad ispirare il lavoro di Teardo è
stato il libro fotografico del francese Charles Fréger, che raccoglie scatti delle
maschere dell’uomo selvatico nei carnevali di tutta Europa. Da queste immagini il
musicista è partito per comporre la lunga suite che eseguirà dal vivo con un
organico da camera computer music, con chitarra elettrica e violoncello
accompagnato dalle rappresentazioni di Fréger proiettate su un grande schermo
al Teatro di S. Anna di Vallarsa.
La ringrazio per la ricca
anticipazione della giornata che ci ha fornito! E arrivederci in Vallarsa a
partire dal 20 agosto.
Laura Zandonai
Giovedì 20 agosto si apre il festival con la GIORNATA DELLA VITA IN MONTAGNA E DELL’OM
SELVADEG
Il programma completo del festival Tra le Rocce e il Cielo 2015 è
disponibile sul sito: http://www.tralerocceeilcielo.it/programma/
Nessun commento:
Posta un commento