Intervista a Maria Giuliana
d’Amore
“ATTENTI ALLE AUSTRIACHE! Storia
di Oliva e Fannj internate in Italia” nasce dall’esigenza di restituire memoria
a una storia che è poco conosciuta: quella dei profughi e internati trentini in
Italia. La vicenda di Oliva e Fannj è quella di tanti altri ragazzi, donne e
anziani, che hanno vissuto da civili la guerra.
Se il filo della vicenda è
tessuto e tenuto insieme dalle due giovani, lo spessore della storia viene dato
da un tipo di teatro di prosa ibrido: tra teatro di narrazione, teatro d’ombre
e d’oggetti.
Autrice dello spettacolo, Maria
Giuliana d’Amore è l’unica attrice in scena ed usa stratagemmi e effetti
scenici, per moltiplicarsi e impersonare più personaggi che fa dialogare fra
loro.
Spettacolo drammatico e ironico.
Lo spettatore segue e si incanta e sorride e si commuove.
Raccontare una storia di guerra
e sofferenza richiede conoscenza dei fatti e sensibilità. Da dove nasce
l’esigenza di questo impegno? L’idea dello spettacolo?
Ho scoperto che Angelica
Zanghellini, la mia bisnonna materna di Villa Agnedo, era stata in Sicilia
durante la Prima Guerra Mondiale. Me lo disse mia madre, ma non sapeva
spiegarmi il perché. Mi ha incuriosito questa notizia e ho iniziato a leggere,
studiare prima saggi poi moltissime lettere e i diari depositati all’Archivio
di Scrittura Popolare, presso il Museo Storico in Trento. La mia bisnonna, come
molti altri trentini era stata profuga di guerra in Italia. Mi sono
appassionata poi alla storia di due ragazze, entrambe nate in Trentino – Tirolo
nel 1899, che furono internate nel Regno d’Italia, perché ritenute pericolose e
sospette austriacanti. Mi è venuta quindi l’idea e il bisogno di dare voce alle
loro vicende. Le ricerche e lo studio di queste storie di civili in guerra sono
durate molti mesi, e solo dopo questo lavoro è stata possibile una prima stesura del testo teatrale.
Lo spettacolo che vedremo,
ripercorre fedelmente le vicende di due giovani ragazze trentine costrette a
vivere la guerra. Come si è documentata?
Escludendo la quantità di lettere
mandate da e verso il fronte e quelle dei profughi e internati in Austria-Ungheria,
mi sono comunque trovata di fronte una grande quantità di scritti, lettere
soprattutto. I trentini mantenevano i legami familiari e d’affetto, inoltre raccontavano
della loro situazione drammatica a persone che avrebbero potuto intercedere per
loro presso le autorità - per esempio all’irredentista trentino Giovanni
Pedrotti. Mi sono documentata sull’argomento leggendo saggi, ma anche chiedendo
informazioni a storici; preziosi sono stati i consigli e i racconti di Quinto
Antonelli, storico e archivista presso la Fondazione Museo Storico in Trento.
Il diario, trascritto, di Oliva Cristoforetti mi è stato fornito da Mario
Peghini, bibliotecario di Avio.
Come tratta del tema dei
profughi e internati trentini in Italia nello spettacolo?
Attraverso le vicende delle due
ragazze si riesce a immaginare una situazione più ampia e condivisa. Durante
ogni guerra vengono coinvolti i civili e nei territori di confine ancora di
più. I diari delle due ragazze non raccontano soltanto le situazioni
drammatiche che hanno dovuto affrontare, mese dopo mese fino al 1919, ma anche
e soprattutto il loro stato d’animo. La testimonianza storica dei sentimenti di
questi trentini, le loro frasi piene di passione, mi hanno aiutata molto nel
cercare di tornare indietro nel tempo e mettermi nei loro panni per dare
spessore e verità alla mia interpretazione.
Quali sono i linguaggi
artistici utilizzati?
Sono da sola in scena ad
impersonare diversi personaggi; che si differenziano con cambiamenti di voce,
costumi diversi o piccoli stratagemmi inventati durante il lavoro di messa in
scena. Si può dire che è uno spettacolo di prosa, commisto di teatro di narrazione,
d’ombre e oggetti.
“Attenti alle austriache!”
verrà rappresentato, in occasione del festival, nel Forte di Pozzacchio
appena restaurato - una delle più
importanti fortificazioni realizzate dall’esercito dell’Impero austroungarico
lungo il confine con il Regno d’Italia. Quale contributo darà allo
spettacolo quest’ambientazione così ricca di storia?
Penso che un’ambientazione così
particolare, essendo un luogo legato alla memoria della Grande Guerra, faciliterà
la partecipazione sia dello spettatore che mia. Darà sicuramente un peso
diverso al testo dello spettacolo, soprattutto quando i protagonisti sono in pensiero
per i parenti al fronte e poco si immaginano di quell’orrore.
Quale vorrebbe che fosse il
messaggio lasciato dal suo spettacolo?
E’ una storia che almeno noi
trentini dovremmo conoscere e deve essere ricordata. Non ci sono più le persone
che l’hanno vissuta direttamente, ma ci sono ancora i ricordi che vengono
trasmessi e gli scritti sopravvissuti al tempo. Mi hanno toccato: queste vicende
e le ingiustizie, l’assurdità che portano con sé. Se questo territorio di
confine è stato travolto da lacerazioni e battaglie parallele alla Grande
battaglia, penso allora che se ne debba parlare, ascoltando tutte le voci,
anche quelle di quei tanti che, per esser nati in quel tempo e sotto quella
corona, hanno sofferto e sono stati colpiti nei loro affetti più cari, alle
volte da entrambi gli schieramenti nemici. A Borgo Valsugana, ad esempio, per
due mesi i due eserciti nemici occupavano e si ritiravano dal paese
alternandosi, tanto che gli abitanti al mattino si chiedevano: “Ancoi sonti
talgiani o sonti todeschi?”. E’ chiaro
che la maggior parte dei trentini di allora aveva delle sicurezze, tra cui quella
di appartenere all’Impero Austro-Ungarico, e delle convinzioni, che non sono quelle
che hanno le generazioni di trentini nati dopo il 1919. Lo spettacolo non
andrebbe guardato con gli occhi del tempo presente! Ciò che voglio raccontare è
la storia dell’esodo e dell’internamento di queste due ragazze molto forti e
coraggiose.
Grazie mille, e arrivederci in Vallarsa!
Grazie mille, e arrivederci in Vallarsa!
Laura Zandonai
ATTENTI
ALLE AUSTRIACHE! Storia di Oliva e Fannj internate in Italia - scritto e interpretato da Maria Giuliana
d’Amore - andrà in
scena a Forte Pozzacchio domenica 23 agosto 2015, ore 10
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