Oggi la giornata
del Festival TRA LE ROCCE E IL CIELO
è stata tutta dedicata alle lingue
madri.
Sul palco i rappresentanti delle culture minoritarie dell'arco Arco alpino.- cimbri, mocheni, ladini, walser e occitani - si sono confrontati sul tema delle etnie respinte.
Nel pomeriggio lo stesso argomento è stato trattato dall’ex monaco tibetano Nodreng, dall'armena Antonia Arslan e Wolftraud de Concini, tedesca profuga nei Sudeti.
Nel pomeriggio lo stesso argomento è stato trattato dall’ex monaco tibetano Nodreng, dall'armena Antonia Arslan e Wolftraud de Concini, tedesca profuga nei Sudeti.
I bambini hanno potuto cimentarsi nei laboratori linguistici di tibetano e occitano.
E stasera lo spettacolo 12 Canti per 12 lingue condurrà in un viaggio tra le 12 lingue minoritarie d'Italia.
La montagna è termometro del clima, che sa lanciare
segnali d’allarme all’uomo ma fornisce anche opportunità di adattamento che
vanno colte nel momento giusto.
Dopo una mattinata nella quale si affrontano nuovi modi di vivere le Alpi attraverso
strategie per far tornare la gente a vivere in montagna anche attraverso l’uso
di nuove tecnologie e forme contemporanee di architettura di montagna.
Dalle 14.30 al Teatro comunale di S.Anna autorevoli esperti parleranno
del clima che cambia. I ricercatori del Muse di Trento, Marco Avanzini e
Christian Casarotto, parleranno della storia del clima e dello stato dei
ghiacciai alpini. Roberto Barbiero di Climatrentino e del dipartimento della
Protezione civile, parla di come si può pianificare il cambiamento evitando di
arrivare sempre all’emergenza.
Più tardi si parlerà di adattamento e di come le
comunità di montagna possono agire in prima persona, sia preparandosi al
cambiamento climatico che mitigandone gli effetti, anche attraverso esperienze
già avviate. Ne parleranno Luca Cetara, di Convenzione delle Alpi, Antonio
Chiadò della rete Alleanza nelle Alpi e Francesco Musco professore di
pianificazione all’università IUAV di Venezia.
In serata sarà
invece Luca Mercalli – meteorologo
presidente della Società meteorologica italiana e volto noto della trasmissione
“Che tempo che fa” – a raccontarci l’importanza delle alpi per il clima. Nella
conferenza La montagna e i cambiamenti
climatici: il canarino nella miniera? Il meteorologo ci parlerà dei segnali che la montagna ci sta
mandando. Segnali che spesso sono ignorati ma che se l’uomo è capace di
cogliere ci presentano degli scenari futuri da affrontare per minimizzare i
danni.
L’uomo per il clima
è sia vittima che carnefice. Carnefice perché da 150 anni sta pesantemente
influendo sul cambiamento climatico, ma anche vittima perché tutto questo alla
fine andrà ad influire su di lui. Il lato positivo è che essendo l’uomo stesso
tra le cause, potrà decidere di smettere, e questo è auspicabile.
La serata inizia
alle 21, al Tendone di Riva di Vallarsa. L’ingresso è gratuito.
Dello stato dei
ghiacciai alpini parla la mostra Ghiacciai
di una volta, immagini a confronto. 22 confronti fotografici di ghiacciai
alpini fotografati all’inizio del secolo e ripresi oggi dalla stessa
inquadratura, nella mostra curata da Christian
Casarotto glaciologo del MuSe ed
esposta da domenica 17 agosto al museo
etnografico di Riva di Vallarsa.
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