Si è svolta oggi la giornata del festival dedicata alle lingue
madri e alle minoranze etno-linguistiche. Un’intensa giornata di incontri,
dibattiti e confronti sul patrimonio di piccoli popoli e piccole lingue che
punteggiano l’Italia, l’Europa e il Mondo. Un patrimonio spesso messo a rischio
da una modernità che tutto spinge all’omologazione, dalla negligenza che “lascia
al loro destino” tradizioni, usi, costumi e lingue diversi da quelli maggioritari,
e da scelte scellerate di omologazione e di imposizione della cultura “nazionale”,
fomentando tensioni ed odi etnici.
Il convegno dedicato a questo spinoso tema si è intitolato “IDENTITA’
IN BILICO. NARRARE IL MONDO CON GLI OCCHI DELLE ETNIE RESPINTE”. Durante la
mattina questo convegno ha avuto la forma di tavola rotonda, con la partecipazione
dei cimbri Andrea Nicolussi Golo, Vito Massalongo e Hugo Daniel Stoffella, del
ladino Werner Pescosta, la mochena Claudia Marchesini, l’occitana Ines
Cavalcanti, la walser Beba Schranz, e Frédéric Spagnoli, con Annibale Salsa a
moderare il dibattito. Ha introdotto Riccardo Rella e hanno portato i saluti
Sieghar Gamper, Direttore dell’Ufficio Minoranze della Regione. Insieme si è
discusso della storia e della situazione presente delle minoranze dell’arco
alpino italiano. Identità o appartenenza, inclusione o integrazione sono state
le parole ricorrenti di questo dibattito.
Nel pomeriggio, si è svolto il dialogo moderato da Riccardo
Rella sul tema “Dialoghi, visioni, narrazioni. Narrare il mondo con gli occhi
delle etnie respinte”.
Si sono alternati sul palco il tibetano Nodreng,
Wolfraud De Concini, esule dai Sudeti germanofoni dell’attuale Repubblica Ceca,
e Antonia Arslan, autrice del libro “La masseria delle allodole”, armena.
Dalla
Turchia alla Boemia, al Tibet, abbiamo ricostruito una mappa delle persecuzioni
e degli odi etnici al di fuori dei confini italiani, facendo narrare ai
protagonisti e ai testimoni le storie toccanti di come i nazionalismi siano da
sempre i grandi nemici dell’inclusione e della coesistenza pacifica. Oggi più
che mai crediamo che questa sia una lezione da tenere bene a mente, per evitare
tragedie presenti e future.
Il pomeriggio al Teatro di Sant’Anna si è concluso con la
proiezione del film dei fratelli Taviani “La masseria delle Allodole”, con un
dibattito fra Antonia Arslan e il pubblico, moderato da Andrea Nicolussi Golo.
E se l’istruzione e l’educazione delle giovani generazioni sono la porta verso
il futuro, è importante che la cultura dell’inclusione e dell’accoglienza della
diversità in ogni sua forma sia proposta fin da subito ai più piccoli. Per
questo si sono svolti al tendone allestito a Riva di Vallarsa dei laboratori
per bambini dal tema “Un giorno in occitano e in tibetano. Gioca a parlare e a
scrivere nelle lingue d’alta quota”, con la collaborazione dell’Associazion “Chambra
d’Oc” e dell’associazione Italia-Tibet.
Al Museo della Civiltà Contadina di Riva, inoltre, si sono
svolti la “Passeggiata sonora” fino al forte Parmesan, con la musica di
Francesca Aste, e il concerto del flautista Fabio Mina.
Tutta la giornata è stata coronata dal concerto “12 canti
per 12 lingue” al tendone di Riva. Un’occasione per sentire tutte assieme le
musiche e le parole delle 12 lingue minoritarie italiane: albanese, catalano,
tedesco, greco, sloveno, croato, francese, francoprovenzale, friulano, ladino,
occitano, sardo.
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