Al festival “Tra le rocce e il cielo” (Vallarsa, 29 agosto - 1 settembre), ci sarà anche Pasubio 100 anni che si occupa della valorizzazione dei percorsi e dei manufatti della grande guerra in Vallarsa e lo fa in modo smart, innovativo e sostenibile ma soprattutto partecipativo, coinvolgendo la gente di tutta la Vallarsa. Ci racconta che cos’è l’associazione e come si inserisce nel festival, il suo presidente, Lucio Angheben.
Per informazioni su "Pasubio 100 anni" www.pasubio100anni.it.
- Cos’è Pasubio 100
anni?
Pasubio 100 anni è un
progetto. È un’associazione fatta da persone che nel 2009 si sono ritrovate con
lo scopo di stare assieme e riportare in luce una serie di trincee,
camminamenti e forti delle quali la Vallarsa è piena. Stiamo lavorando per ripristinare una serie di percorsi della
Grande Guerra che dai paesi portano in quota, percorrendo mulattiere e
tracciati della Grande Guerra.
- Di questi
sentieri al Festival “Tra le rocce e il cielo” Pasubio 100 anni ce ne farà
percorrere uno, avvicinandoci a Forte Pozzacchio…
È stato scelto uno
dei 12 percorsi della grande guerra, che dal Dosso porta a Forte Pozzacchio
passando per la prima linea austroungarica. È un percorso importante perché
storicamente è da quel percorso che alcuni soldati richiamati dalle forze
austroungariche sono andati in aiuto a queste forze sotto attacco, partendo
proprio dal luogo dove noi faremo l’escursione. L’escursione è in un luogo
chiamato Pilozeta alle spalle proprio del Forte Pozzacchio.
- Perché l’attività
di Pasubio100 anni è un’attività diversa rispetto a quella del restauro di
Forte Pozzacchio?
La scelta che
abbiamo fatto è stata una scelta di
territorio e di persone. Non un intervento localizzato su un unico forte,
un unico sito, ma che riguarda una valle
intera, non solo dal punto di vista turistico ma dal punto di vista delle
persone. Infatti oggi l’associazione che vanta ben 104 soci, comprende soci di
15 frazioni della Vallarsa, quindi una valle intera che è interessata da questo
fenomeno. Anche i 12 percorsi riguardano l’intera valle e si vanno ad
aggiungere ai tre siti più importanti, già conosciuti, che sono Corno Battisti,
il forte di Matassone e il forte Parmesan.
- Il festival “Tra
le rocce e il cielo” quest’anno tratta la montagna vissuta, veramente, con
consapevolezza. Cosa significa vivere la montagna?
Vivere la montagna
dal mio punto di vista è uscire dai ranghi. Noi ci troviamo spesso e volentieri
a confrontarci con quelli che vivono in città. Chi vive in montagna ha uno spirito diverso. Ha uno spirito
partecipativo e si ritrova in questo spirito solo ed esclusivamente
tornando a casa, in Vallarsa, la sera. La maggior parte di noi ha il lavoro a
Rovereto, in città, e ritrova sé stesso solo nel momento in cui torna in valle.
Non perdete l’appuntamento con
Pasubio 100 anni al festival “Tra le rocce e il cielo”.
Massimo Plazzer
mplazzer@gmail.com
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